Ormai non è più un’eresia affermare che la sicurezza della tua azienda ha raggiunto lo stesso valore della qualità dei tuoi prodotti/servizi agli occhi dei tuoi clienti.
Nella scala di valori che contraddistinguono il tuo scenario competitivo c’è ormai una nuova voce sempre più importante da tenere in considerazione.
Qualità della tua offerta, livello del servizio clienti, notorietà del brand, prezzi e… sicurezza.
Gli ultimi sviluppi del continuo processo di transizione industriale stanno dimostrando come l’affidabilità digitale di un’azienda stia diventando un fattore cruciale per il suo posizionamento nel quadro competitivo.
Oggi, fattori come la solidità della supply chain, l’assenza di attacchi informatici e la capacità di rispondere a eventuali incidenti, sono diventati fattori primari che possono influenzare in maniera importante i processi decisionali di partner, clienti e investitori.
Questa consapevolezza è ormai chiara alla maggior parte delle grandi aziende, che stanno sfruttando questa nuova leva nella propria strategia di mercato di comunicazione.
Aziende come Siemens e Schneider Electric sono riuscite a trasformare il concetto di “security embedded”, la protezione integrata fin dalla progettazione dei sistemi, in un nuovo valore differenziante di mercato e in un vero e proprio strumento di comunicazione. Il fattore di sicurezza di un prodotto non è più visto come un costo aggiuntivo o come un obbligo normativo da rispettare, ma come un vantaggio strategico per distinguersi dalla concorrenza, anche a fronte di un’offerta con prezzi più alti.
Il 1° agosto 2023, Schneider Electric ha annunciato il lancio di un’offerta di Managed Security Services (MSS) per ambienti operativi (OT), un chiaro passo verso la “security embedded” nei sistemi industriali.
Nel 2024, Siemens ha pubblicato il whitepaper “Building X Cybersecurity” in cui dichiara che “security by design & default” è parte integrante della piattaforma digitale per edifici.
Garantire la resilienza delle infrastrutture industriali significa oggi offrire affidabilità, continuità operativa e fiducia ai clienti. In questo modo, la sicurezza è passata da requisito tecnico incomprensibile a leva commerciale e di posizionamento in un mercato sempre più competitivo e attento a ogni dettaglio.
Le aziende che dimostrano di avere processi di sicurezza maturi e strutturati, oltre a ridurre la propria esposizione al rischio e quindi evitare i costi di eventuali incidenti, diventano sempre più attrattive per clienti, partner e mercati finanziari. Nel contesto attuale, infatti, la maggior parte degli stakeholder considera ormai la Cyber Security e la relativa gestione del rischio come un fattore primario per analizzare il valore di un fornitore o di un investimento.
Soprattutto in contesti di mercato B2B, la fiducia deve essere considerata come una valuta di scambio.
A seguito del famoso attacco NotPetya, iniziato nel 2017, l’azienda leader nella logistica Maersk ha ricostruito la propria infrastruttura IT in dieci giorni, riuscendo a rafforzare la propria reputazione grazie alla trasparenza e alla rapidità della risposta.
Ogni intervento per migliorare la sicurezza, integrando strumenti e controlli più accurati nei normali cicli operativi, ha sicuramente degli impatti iniziali che possono richiedere investimenti e periodi di adattamento nei processi aziendali.
Tuttavia, tali azioni di miglioramento non rallentano in alcun modo l’innovazione, ma la abilitano. Quando processi e dati sono sotto controllo, è più semplice e rapido introdurre nuove tecnologie, sperimentare modelli produttivi ibridi e scalare più rapidamente.
Ogni misura di protezione ben disegnata riduce infatti tempi di fermo, sprechi decisionali e la famosa resistenze al cambiamento, elementi bloccanti che molto spesso frenano le aziende nell’introdurre nuovi strumenti o processi a favore dell’innovazione.
MIT CISR afferma che le imprese “future-ready”, cioè che hanno sviluppato importanti capacità nell’ambito della Cyber Security, registrano una crescita media dei ricavi di 17,3 punti percentuali, con un margine netto di 14 punti sopra la media del settore.
Altri studi condotti sempre dal MIT CISR e da Accenture mostrano come le organizzazioni con un approccio maturo alla sicurezza digitale tendano a essere anche le più innovative.
In altre parole, possiamo sicuramente affermare che la sicurezza non rallenta in alcun modo l’innovazione, ma la rende più efficiente e sostenibile, creando così un circolo virtuoso in cui la crescita di ogni valore può favorire l’impatto sugli altri.
Le aziende più evolute da un punto di vista tecnologico, e con una forte attenzione alla propria Cyber Security, trattano i dati di rischio come informazioni di business, al pari di fatturato, forecast e utili. Gli insight relativi al rischio e alla sicurezza vengono considerati come elementi fondamentali per guidare investimenti e decisioni operative.
Non si limitano a misurare soltanto le minacce, ma a comprendere come queste influenzino la produttività, la supply chain e la reputazione aziendale.
Non conoscere e misurare il proprio livello di rischio, vuol dire insabbiare pericoli che potrebbero emergere in qualsiasi momento e creare danne inimmaginabili. Ma lo stesso rischio, quando diventa misurabile e prevedibile, si trasforma in un elemento di conoscenza che può conferire un elevato livello di competitività.
In questi nuovi scenari industriali, dove le aziende iniziano a dare la giusta priorità a tutti gli aspetti legati alla sicurezza, la vera differenza non la fa chi investe di più in tecnologia, ma chi sa trasformare la complessità in fiducia, e la sicurezza in valore.
Questo fa sì che si creino nuovi spazi per l’affermazione di aziende in grado di adottare approcci innovativi e sicuri, ponendo la sicurezza come elemento centrale nella propria strategia.
Essere “secure by strategy” significa non solo essere protetti, ma anche e soprattutto essere credibili, sostenibili e quindi altamente competitivi.
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