In un ecosistema digitale in continua evoluzione, la cybersecurity non è solo questione di strumenti tecnologici, ma di cultura aziendale. Le soluzioni tecniche, per quanto avanzate, sono inefficaci se chi le utilizza non è consapevole dei rischi e delle responsabilità.
Per questo motivo, la formazione continua e strutturata rappresenta la prima linea di difesa contro le minacce informatiche.
Il primo passo per una difesa efficace è diffondere all’interno dell’organizzazione una vera cyber risk culture. Questo significa trasformare ogni collaboratore, dal board al reparto operativo, in un attore consapevole della sicurezza. Le attività chiave includono:
Non si può proteggere ciò che non si conosce. Uno degli errori più comuni nelle strategie di sicurezza è trascurare asset e applicazioni non censiti, spesso appartenenti a infrastrutture legacy o dismessi ma ancora attivi e quindi potenzialmente vulnerabili. Per affrontare in modo efficace questa criticità, le aziende devono dotarsi di strumenti in grado di automatizzare l’intero processo di discovery, rilevando in modo continuativo gli asset presenti. È essenziale che questi audit vengano aggiornati in tempo reale e che le informazioni raccolte siano poi correlate tra loro per costruire una visione completa dell’infrastruttura aziendale. Solo attraverso questa consapevolezza profonda è possibile costruire una strategia di Cyber Risk Management efficace.
La consapevolezza diffusa è importante, ma ci sono ruoli che necessitano di una formazione tecnica approfondita e allineata alle best practice internazionali (NIST, ISO, DORA, NIS2). Tra i profili da includere in percorsi formativi verticali:
È consigliato prevedere percorsi certificati, aggiornamenti continui, accesso a piattaforme di threat intelligence e momenti di confronto con la community (es. webinar, CTF, eventi di settore).
Uno dei punti di forza delle soluzioni più evolute per la gestione del rischio cyber è la capacità di integrare logiche di simulazione avanzata, basate su scenari what-if. Questi strumenti permettono di anticipare potenziali attacchi, valutare l’efficacia delle contromisure adottate e analizzare in modo dinamico l’impatto sul sistema, favorendo così un approccio realmente proattivo e predittivo al rischio.
Ogni azienda dovrebbe avere un piano di risposta agli incidenti informatici (IRP). Ma troppo spesso questo documento rimane sulla carta. Per renderlo davvero efficace, è essenziale:
L’incidente non è una possibilità remota, ma un’eventualità concreta. La differenza tra un attacco gestito e un disastro operativo si gioca nei primi minuti.
La cyber resilience non si costruisce con un unico strumento o software, ma con una combinazione di tecnologie avanzate, cultura del rischio e formazione continua. Ogni settore, dal finance all’energy, dal retail all’industria, presenta vulnerabilità uniche, ma tutti condividono una verità fondamentale: la sicurezza inizia dalle persone.
Integrare formazione e strumenti evoluti significa trasformare la cybersecurity da centro di costo a vantaggio competitivo.
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