I principali rischi cyber legati a un’errata gestione del GDPR

Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), ormai noto a chiunque abbia a che fare con qualsiasi strumento di raccolta dati, impone alle organizzazioni una serie di obblighi rigorosi in materia di trattamento e protezione dei dati personali.

Fin dalla sua entrata in vigore nel 2018, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha contribuito a diffondere una crescente consapevolezza tra i cittadini sui principi etici e giuridici legati alla raccolta, al trattamento e alla divulgazione dei dati personali. Questa evoluzione ha portato a una maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica, ma anche a un diffuso senso di timore nei confronti dei potenziali rischi derivanti da errori, omissioni o negligenze nelle politiche aziendali di gestione dei dati. La fiducia nei confronti di enti pubblici e imprese è oggi sempre più legata alla trasparenza, alla responsabilità e alla capacità concreta di proteggere i diritti digitali degli individui.

La misura più adeguata risiede chiaramente in un’attenta prevenzione a tali rischi, derivanti da una gestione inadeguata della privacy. É fondamentale che le aziende adottino un approccio integrato, continuo e proattivo, basato su tre principi fondamentali:

  1. Governance e conformità normativa
  2. Misure tecniche e organizzative
  3. Formazione e cultura aziendale

A ciascuno di tali principi, devono corrispondere delle azioni concrete all’interno delle aziende, coinvolgendo il personale in attività dedicate e utilizzando opportuni strumenti dedicati a supporto delle stesse.

Una corretta gestione della governance richiede, oltre alla nomina di un Data Protection Officer (DPO) con reale autonomia e competenza, di mantenere costantemente aggiornato il registro dei trattamenti ed effettuare regolarmente la Valutazione d’impatto della protezione dei dati (DPIA) per trattamenti considerati a rischio.

In merito, invece, alle misure tecniche e organizzative, è necessario applicare il principio di data protection by design and by default, attraverso opportuni studi da realizzare in fase di analisi e progettazione di qualsiasi processo digitale che coinvolga la raccolta e la trasmissione dati personali. Non bisogna inoltre trascurare misure tecniche come l’utilizzo della crittografia nella trasmissione dei dati, controllo degli accessi, l’utilizzo di backup cifrati e di opportuni sistemi di monitoraggio.

Risulta, infine, sempre fondamentale, investire nella formazione e nella cultura aziendale per prevenire qualsiasi fattore di rischio dovuto al fattore umano e alla gestione inappropriata delle informazioni sensibili. Le aziende sono tenute a promuovere costantemente programmi di sensibilizzazione e formazione continua per tutti i dipendenti e definire responsabilità chiare nella gestione dei dati personali da parte degli addetti, oltre a incentivare la consapevolezza del rischio a tutti i livelli organizzativi.

Rischio
Descrizione
Impatto
1. Data Breach
Perdita, distruzione o accesso non autorizzato ai dati personali a causa di vulnerabilità tecniche o comportamenti errati.
🔴 Critico: sanzioni GDPR, danni reputazionali, costi di notifica e di risposta all'incidente.
2. Trattamento illecito dei dati
Raccolta o utilizzo dei dati personali senza una base giuridica valida (es. mancato consenso o finalità non dichiarate).
🔴 Alto: sanzioni fino al 4% del fatturato, ricorsi da parte degli interessati.
3. Conservazione eccessiva
Mancata applicazione di policy di data retention e cancellazione dei dati non più necessari.
🟠 Medio-Alto: maggiore esposizione a furti di dati e non conformità normativa.
4. Mancata gestione dei diritti dell’interessato
Ritardi o omissioni nel rispondere a richieste di accesso, rettifica, cancellazione, opposizione.
🟡 Medio: sanzioni del Garante, contenziosi civili, perdita di fiducia.
5. Documentazione assente o incompleta
Assenza di registro dei trattamenti, valutazione di impatto (DPIA) non effettuata o politiche privacy mancanti.
🟡 Medio: difficoltà in caso di ispezioni o audit, sanzioni amministrative.
6. Dati condivisi con terze parti non controllate
Affidamento a fornitori senza clausole adeguate di sicurezza e privacy.
🔴 Critico: responsabilità solidale per data breach di terzi, sanzioni e danni reputazionali.
7. Formazione assente o inefficace
Personale non formato su policy, rischi e responsabilità privacy.
🟠 Medio-Alto: aumento degli errori umani, cause accidentali di violazione.
8. Mancato aggiornamento normativo e tecnologico
Procedure, informative o misure tecniche non aggiornate rispetto ai cambiamenti normativi.
🟡 Medio: disallineamento con gli standard europei e difficoltà a dimostrare accountability.

Risulta evidente come i fattori di rischio siano numerosi e molti di questi siano spesso sottovalutati o addirittura ignorati dalle aziende, mentre gli impatti sulle stesse aziende possono essere anche molto importanti, sia da un punto di vista economico che reputazione. 

La misura più adeguata risiede chiaramente in un’attenta prevenzione a tali rischi, derivanti da una gestione inadeguata della privacy. É fondamentale che le aziende adottino un approccio integrato, continuo e proattivo, basato su tre principi fondamentali:

  1. Governance e conformità normativa
  2. Misure tecniche e organizzative
  3. Formazione e cultura aziendale

A ciascuno di tali principi, devono corrispondere delle azioni concrete all’interno delle aziende, coinvolgendo il personale in attività dedicate e utilizzando opportuni strumenti dedicati a supporto delle stesse.

Una corretta gestione della governance richiede, oltre alla nomina di un Data Protection Officer (DPO) con reale autonomia e competenza, di mantenere costantemente aggiornato il registro dei trattamenti ed effettuare regolarmente la Valutazione d’impatto della protezione dei dati (DPIA) per trattamenti considerati a rischio.

In merito, invece, alle misure tecniche e organizzative, è necessario applicare il principio di data protection by design and by default, attraverso opportuni studi da realizzare in fase di analisi e progettazione di qualsiasi processo digitale che coinvolga la raccolta e la trasmissione dati personali. Non bisogna inoltre trascurare misure tecniche come l’utilizzo della crittografia nella trasmissione dei dati, controllo degli accessi, l’utilizzo di backup cifrati e di opportuni sistemi di monitoraggio.

Risulta, infine, sempre fondamentale, investire nella formazione e nella cultura aziendale per prevenire qualsiasi fattore di rischio dovuto al fattore umano e alla gestione inappropriata delle informazioni sensibili. Le aziende sono tenute a promuovere costantemente programmi di sensibilizzazione e formazione continua per tutti i dipendenti e definire responsabilità chiare nella gestione dei dati personali da parte degli addetti, oltre a incentivare la consapevolezza del rischio a tutti i livelli organizzativi.

Conclusioni

Le lacune nella compliance GDPR rappresentano punti di ingresso critici e fattori di rischio in ambito cyber, i quali possono amplificare notevolmente l’impatto di un incidente informatico.
Una strategia efficace richiede un approccio
congiunto tra IT Security, Legal e Risk Management, con un focus continuo su automazione, auditabilità e aggiornamento normativo e tecnologico.

Il mancato rispetto del GDPR non è quindi solo una questione legale, ma anche un problema in ambito cyber, poiché apre falle che possono essere sfruttate da cybercriminali. Un approccio integrato alla sicurezza informatica e alla compliance normativa è essenziale per proteggere dati, reputazione e continuità aziendale.

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